Il disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (dall’acronimo inglese ADHD, Attention Deficit Hyperactivicity Disorder) è tra i disturbi più frequenti nell’età evolutiva, con dei tassi di prevalenza che oscillano tra il 3% e il 5%. L’ADHD è un disturbo pervasivo che inizialmente comporta un insieme di difficoltà sul piano dei problemi primari
(distraibilità, implusività, iperattività) successivamente le difficoltà si spostano sul piano relazionale e una conseguente difficoltà di adattamento sul piano sia scolastico sia extrascolastico. Molti bambini, oltre all’ADHD, presentano anche altre difficoltà che possono riguardare l’apprendimento, l’eccessiva aggressività, il mettersi in continuo contrasto con gli altri. È molto frequente la comorbidità che intercorre tra ADHD e DSA o con altri disturbi esternalizzati del comportamento (disturbo di condotta e disturbo oppositivo provocatorio), con disturbi depressivi e disturbi d’ansia. In Italia sono stati condotti degli studi epidemiologici che riportano una percentuale tra l’1,5% dei bambini in età scolare e il 7,1% a seconda del campione, degli strumenti e delle fonti di informazioni. Una percentuale variabile tra il 30% e il 50% potrà presentare i sintomi successivamente anche in età adulta.
Quali sono i sintomi
L’ADHD si manifesta con una triade di sintomi che la caratterizzano: disattenzione, iperattività e impulsività.
Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività viene incluso tra i disturbi neuroevolutivi per la sua specificità cognitivo-neuropsicologico.
Il DSM-5 distingue tra tre sottotipi di ADHD:
Sottotipo combinato: in cui sono presenti almeno 6 sintomi di inattenzione e 6 sintomi di iperattività;
Sottotipo prevalentemente inattento: sono presenti almeno 6 sintomi di inattenzione ma i criteri per l’iperattività non vengono soddisfatti;
Sottotipo prevalentemente iperattivo-impulsivo: sono presenti almeno 6 sintomi di iperattività-impulsività ma i criteri per l’inattenzione non vengono soddisfatti.
La disattenzione può manifestarsi in situazioni scolastiche o sociali. I bambini/ragazzi hanno difficoltà nel mantenere per lungo tempo l’attenzione per arrivare al raggiungimento dei compiti o attività di gioco. Spesso sembra che non abbiano capito quanto è stato appena detto loro o che non ascoltino. Passano frequentemente da un’attività all’altra. I bambini/ragazzi con ADHD hanno anche difficoltà nell’organizzare lo svolgimento delle loro attività. Il loro modo di lavorare è disorganizzato e spesso perdono il materiale necessario per svolgere i compiti o le altre attività. Inoltre, sono facilmente distratti da stimoli o da rumori esterni che li distolgono dai compiti che stanno eseguendo e sono sbadati nello svolgimento delle loro attività quotidiane. Il bambino con ADHD ha una buona capacità di comportamento eteroregolato (cioè quando viene guidato da altri è in grado di regolare il comportamento) mentre incontra difficoltà nel comportamento autoregolato.
L’iperattività fa si che i bambini muovano continuamente le mani o i piedi, non riescono a stare seduti quando le circostanze sociali lo richiedono e sono irrequieti quando si trovano seduti su una sedia. Corrono ovunque e hanno difficoltà a dedicarsi tranquillamente ad un gioco o ad un’attività anche durante il tempo libero.
L’impulsività si manifesta con un’eccessiva impazienza, difficoltà a controllare le proprie reazioni ed eccessiva velocità nel rispondere alle domande, prima ancora che queste siano state completate. E’ segno di impulsività anche la difficoltà ad aspettare il proprio turno e l’intromettersi inopportunamente tra le altre persone, quando stanno parlando tra di loro.
BOX DIAGNOSI: I CRITERI DIAGNOSTICI PER IL DISTURBO D’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (DSM-5, 2013)
(1) sei (o più) dei seguenti sintomi di Disattenzione che persistano per almeno 6 mesi con un’intensità che provoca disadattamento e che contrasta con il livello di sviluppo:
Disattenzione
(a) spesso fallisce nel prestare attenzione ai dettagli o compie errori di inattenzione nei compiti a scuola, nel lavoro o in altre attività;
(b) spesso ha difficoltà nel sostenere l’attenzione nei compiti o in attività di gioco;
(c) spesso sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente;
(d) spesso non segue completamente le istruzioni e incontra difficoltà nel terminare i compiti di scuola, lavori domestici o mansioni nel lavoro (non dovute a comportamento oppositivo o a difficoltà di comprensione);
(e) spesso ha difficoltà ad organizzare compiti o attività varie;
(f) spesso evita, prova avversione o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale sostenuto (es. compiti a casa o a scuola);
(g) spesso perde materiale necessario per compiti o altre attività (es. giocattoli, compiti
assegnati, matite, libri, ecc.);
(h) spesso è facilmente distratto da stimoli esterni;
(i) spesso è sbadato nelle attività quotidiane.
(2) sei (o più) dei seguenti sintomi di Iperattività-Impulsività che persistono per almeno 6 mesi ad un grado che sia disadattivo e inappropriato secondo il livello di sviluppo:
Iperattività
(a) spesso muove le mani o i piedi o si agita nella seggiola;
(b) spesso si alza in classe o in altre situazioni dove ci si aspetta che rimanga seduto;
(c) spesso corre in giro o si arrampica eccessivamente in situazioni in cui non è appropriato (in adolescenti e adulti può essere limitato ad una sensazione soggettiva di
irrequietezza);
(d) spesso ha difficoltà a giocare o ad impegnarsi in attività tranquille in modo quieto;
(e) è continuamente “in marcia” o agisce come se fosse “spinto da un motorino”;
(f) spesso parla eccessivamente;
Impulsività
(g) spesso “spara” delle risposte prima che venga completata la domanda;
(h) spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno;
(i) spesso interrompe o si comporta in modo invadente verso gli altri (es. irrompe nei giochi o nelle conversazioni degli altri).
Quando di manifesta
I sintomi si rendono evidenti al momento dell’iscrizione alla scuola dell’infanzia o alla scuola secondaria, poiché i bambini manifestano una scarsa adattabilità alle regole sociali nei confronti degli altri compagni o degli insegnanti, unita ad un basso livello di attenzione, distraibilità e scarso controllo degli impulsi.
Un intervento multimodale
Il progetto riabilitativo per un bambino/ragazzo con ADHD deve tener conto della possibilità di pianificazione un trattamento che consideri la complessità del disturbo. Nel corso degli anni la clinica ha visto come modello dell’elezione l’intervento multimodale che vedere coinvolti il bambino/adolescente, i genitori e gli insegnanti; inoltre l’intervento multimodale combina interventi psicosociali con terapie mediche.
Con il bambino
L’intervento cognitivo-comportamentale utile per il bambino/adolescente vede coinvolti i principali tre sintomi del disturbo: attenzione, impulsività e iperattività. L’intervento riabilitativo prevede incontri in cui i principali obiettivi sono: 1) sviluppare una migliore relazione interpersonale con genitori, fratelli, insegnanti e coetanei; 2) attenuare i comportamenti dirompenti ed inadeguati; 3) aumentare le capacità di apprendimento scolastico; 4) aumentare le autonomie e l’autostima; 5) migliorare l’accettabiltà sociale del disturbo.
Con i genitori
Ai genitori viene dedicato un lavoro che può essere svolto sia con le singole coppie genitoriali sia in gruppo (Parent Training) e ha lo scopo di aumentare la comprensione dei comportamenti del bambino/ragazzo, per fornire strategie per la loro gestione e modificazione, per permettere una migliore qualità di interazione all’interno della famiglia e con del contesto sociale.
Con gli insegnanti
Il lavoro svolto con gli insegnanti è di fondamentale importanza ed è un lavoro integrante ed essenziale nel percorso terapeutico di un bambino o adolescente con ADHD (Linee Guida SINPIA, 2003). Gli incontri sistematici che il clinico svolge con gli insegnanti hanno diversi obiettivi: informare sulle caratteristiche del disturbo, fornire strategie educative per migliorare il rapporto tra alunno con ADHD e insegnati e migliorare l’ambiente scolastico.